da Mafalda Fusilli | Ott 12, 2016 | Blog, Riflessioni
#Dialogo
#Roberta
Sono le cinque del pomeriggio, continuo a guardare il vialetto, aspetto che torni a casa, i suoi passi, il rumore delle chiavi le agita sempre allo stesso modo, e poi gli stessi identici passi frettolosi, irrequieti.
Eccolo sono le cinque e cinque, il nove settembre, in questa strada, in questa città, ordinata, silenziosa, quasi volgare per quanto è finta.
E’ entrato in casa,ha chiuso la porta,ha buttato il soprabito sulla panca, si è allentato la cravatta, e ha fatto capolino in cucina, dove tutto è rigorosamente immobile, come i suoi sentimenti.
-Roberta sei in casa?Roberta…-
Mi chiama con la sua voce doppia, piatta.
-Renato sono in salotto preparavo i compiti per domani-
Lo dico senza spostarmi di un millimetro, ferma con la porta alle spalle e il sole che mi riscalda il volto entrando dalla finestra, i fogli dei compiti, qui davanti a me , che non ho mai letto.
-Oggi ho avuto una giornataccia, e per finire ho trascorso l’ultima ora a discutere con mia sorella, non so, forse per la quarta volta, sul maledetto pranzo familiare del prossimo sabato. Io non so più cosa dirle , ho tergiversato, ma ho fatto solo la figura dello scemo. Cosa posso dire per giustificare la tua crociata contro la mia famiglia.-
Però crociata, che lessico da uomo erudito.
-Crociata è un termine tuo o di tua sorella?-
Primo colpo assestato…….
-Ma che problema hai. Sei acida e poi la mia famiglia cosa ti ha fatto, ti hanno sempre voluta bene, ti hanno accettata dal primo istante. Io ho tanti di quei pensieri e di certo le tue faide non mi aiutano. Cerca di darci un taglio e comportati da donna della tua età.-
Cosa farà mai una donna della mia età, cinquanta tre anni, sono troppi, sono tanti per parlare, per pensare, per liberarsi.
Renato ha cinquantadue anni e credo si stia liberando da diverso tempo.
-Mio caro marito, stanco e pensieroso, non è solo la tua vita fatta di problemi,l’uomo medio lavora,pensa, subisce, agisce, ama, odia. Tutti abbiamo una vita stressante, ma ciò non ci autorizza a corrodere gli animi altrui.-
-Ro…Ma che libri stai leggendo, mi sembra di essere in un dialogo dell’ottocento.-
Mi sono girata, adesso, siamo faccia a faccia.
-Io ho sempre parlato in questo modo, e ti ho insegnato come si esprime un individuo, normo dotato.-
Povero troglodita presuntuoso.
-Ecco…la tua scusa, puoi dire alla cara sorella che non vengo al pranzo, perché non posso dividere il mio tempo con gente che non ha, e non apprezza la cultura.-
Mi guarda come se avessi tre occhi.
-Credo che per finire questa porca giornata dovrò giocare a squash, altrimenti non risponderò di me.-
-sai già di trovare il campo libero? O devi fare la solita telefonata prima, chi sa! Mentre innaffi le rose in giardino. Giusto per metterti al corrente,sono state già innaffiate a dovere.-
La sua espressione può sembrare vuota, ma io……io lo conosco da sedici anni. L’ho visto nervoso, triste , sofferente, l’ho visto piangere di gioia, l’ho visto talmente incazzato che avrebbe potuto uccidere con la forza del pensiero, ma questa espressione non ha paragoni, si! Mio caro ci siamo….io so!
E cosa so!
Quanto so!
-Roberta a costo di ripetermi, fai la donna matura e lasciami in pace. Faccio una doccia e scendo.-
-Renato ma cosa dici fai la doccia prima di andare a giocare a squash?-
Siamo di corsa adesso, attraverso casa nostra, lui avanti, io dietro e saliamo le scale.
Le foto di famiglia, i viaggi.
Quanta importanza diamo alle cose, quanto sono necessarie per rappresentare chi siamo, e poi perché penso queste cose proprio in questo momento. Corriamo ci inseguiamo, lui scappa, io lo inseguo, una rappresentazione fisica della nostra relazione.
La camera da letto, il mio, il suo bagno.
-Roberta lasciami in pace.-
-Fai l’uomo è un bel po’ che non né vedo uno in questa casa, mostra un po’ di umanità, non dico amore, non mi permetterei mai di scomodare un tale sentimento per descrivere quello che provi per me.-
-Cosa vuoi che dica.-
-Non so fai tu, io ti posso solo ascoltare.-
-Mi dai il tempo di una doccia.-
-No! Non posso! Di tempo te ne ho concesso troppo. E ora quello che mi resta è troppo prezioso.
Troppo importante per concedertelo.-
-Allora fammi una domanda, spero di poter rispondere.-
-Non ti affidare alla speranza, fai leva sul coraggio, almeno per una volta fammi capire chi sei!
Fammi capire cosa è rimasto dell’uomo che credevo mi volesse, che credevo mi amasse.-
Piccolo esperimento di scrittura.
da Mafalda Fusilli | Giu 2, 2016 | Blog, Riflessioni
“NON RAGIONIAM DI LOR, MA GUARDA E PASSA”
Gli ignavi, anime di coloro che scelsero di non schierarsi mai, indegni del Paradiso tanto quanto dell’Inferno, anime misere, che non son degne di essere guardate troppo a lungo.
Che genio Dante Alighieri, quanto ha visto lungo.
Ignavi che ancora oggi nella nostra società non prendono posizione, che permettono all’ennesima donna di essere perseguitata, bruciata;
ignavi che non si fermano ad una richiesta di aiuto;
ignavi che permettono all’ennesima folle maestra di imporre la sua crudeltà alle piccole vittime.
Ignavi, gente omertosa, che pensa di dissociarsi girandosi dall’altro lato, senza prendere posizione rispetto alle crudeltà perpetrate.
Come si può non intervenire al pianto straziante dei bambini, ai loro sguardi atterriti, alle lacrime versate in silenzio, quale folle peccato hanno potuto commettere quelle povere anime innocenti.
Come si fa ad andare avanti senza pensare, che quella donna che chiedeva aiuto era in pericolo.
Quale giustificazione può accompagnare il sonno di questi omertosi, colpevoli, alla pari , se non di più dei carnefici.
La contraddizione che costringe una società alla sua miseria morale, è ancora più manifesta quando si pensa che viviamo in un mondo senza privacy, con social network, gruppi Wapp, applicazioni per intercettare, telecamere,ecc.
Vedere, assistere, capire, non è abbastanza per agire, non ci si può schierare,
il motto è “io mi faccio i fatti miei”, “io non litigo con nessuno”, come se fossero dei valori.
Certo è più facile scorrere le bacheche e farsi i fatti degli altri in silenzio.
Siamo pronti a spiare da qualsiasi angolo, ma prendere posizione e agire è troppo difficile.
La mia riflessione spero sia quella di tanti.
Smettiamo di farci i fatti nostri
Smettiamo di farci i fatti degli altri in modo sbagliato
Smettiamo di fare gli ignavi.
Perché gli ignavi sono: “Gente in cui fa notte innanzi sera, gente da basto, da bastone, da galera.”
da Mafalda Fusilli | Apr 1, 2016 | Blog, Riflessioni
Questi uomini non sono né carne né pesce…….Lo dice mia madre , lo diceva mia nonna.
E dunque sono Tofu?
Scherzi a parte negli ultimi tempi mi è capitato di leggere diversi editoriali su note riviste, dove si fa riferimento alla profonda confusione delle nuove generazioni maschili.
Se penso alle nuove generazioni, ai nuovi “maschi”, penso ai miei figli, ai loro coetanei, più che a mio marito, mio fratello o i miei amici, non per egoismo ma perché in certe situazioni, come dire “il dado è tratto”.
Gli uomini, dicevamo, sono confusi, brancolano nelle continue richieste del genere femminile e della società, che a parer mio e non solo (M.E: Viola direttoregioia@hearts.it), neanche hanno le idee tanto chiare.
Infatti, a questo proposito si è espresso un altro guru Mark Simpson (scrittore), il quale ha affermato che a forza di fare pressioni sulle leve emotive dei maschi “Alfa”, abbiamo innescato un processo irreversibile, i ragazzi sono completamente confusi.
Per non confondere anche noi, ho cercato di venirne a capo prendendo, ovviamente, ad esempio la mia esperienza di madre di due maschi, per la definizione “Alfa” aspetterei sinceramente.
Per cultura, o meglio per retaggi culturali (generalizzo), insegniamo ai nostri figli maschi a minimizzare le emozioni, soprattutto relative a insicurezza,timidezza, paura, dolore. Cercando di renderli forti,”duri”, e seppur non sono le madri a comportarsi in questo modo (mi riferisco sempre alla mia esperienza) ci pensano ,padri, zii, nonni.
A conferma di questo, ho letto la sintesi dello studio di uno psicologo , il quale afferma che per gestire sentimenti e sensazioni, come ad esempio la rabbia, i genitori tendono, mediamente, a parlare di emozioni con le bambine piuttosto che con i bambini.
Eppure l’empatia, l’espressione di ciò che si prova non fa nessuna differenza di genere durante l’infanzia, l’approccio è istintivo e uguale.
Fragilità, timidezza, ansia dovrebbero essere consentite indipendentemente dal sesso di appartenenza.
Ad esempio la manifestazione del pianto, quante volte ho dovuto ribadire che piangere fa bene, è giusto, è sano e liberatorio, se si conosce la ragione, e che non bisogna vergognarsi o per questo sentirsi una “femminuccia”.
Senza poi approfondire la questione AZIONE_GIOCO_GENERE. “Che fai giochi a pentoline? ma tu sei un maschio!” e quindi….. esci distruggi una staccionata salvo poi piangere, perché credi di aver preso il tetano o il raffreddore…….
Credo che così non vada bene.
Vogliamo bimbi, adolescenti, uomini veri! E cioè?
Aggressivi, “forti”, insensibili, freddi calcolatori, che però sappiano quando è il momento di essere romantici, teneri, sex symbol, sensibili a certe situazioni particolari, goleador, irsuti primitivi, ma curati, attenti al corpo, ma non troppo, con una tempra d’acciaio ma mai violenti.…mai piagnoni, però c’è pianto e pianto, non vogliamo i frignoni ma li vogliamo con un “cuore” senza passare per cretini, ma neanche per “stronzi”…..Aiuto….
Ci scandalizziamo, a giusta ragione, difronte ai sempre più comuni episodi di bullismo, però gli insegniamo a ricorrere alle etichette, e alle differenze di genere……Senza pensare alla totale negazione, o non accettazione di insuccessi sia nella scuola, nello sport che nella vita sociale.
Basti pensare agli ultimi fatti, gravissimi, della cronaca italiana, dettati da un “FAMILISMO AMORALE CHE RENDE I FIGLI DISUMANI”.(E.Banfield)
Io, sono una madre, anche se giovane, una cosa l’ho capita, ho fatto e farò tantissimi errori perché essere genitori è un compito difficile, ma essere figli lo è ancor di più.
Troppe pressioni, poca attenzione, troppa indulgenza, tanta superficialità, nessuna tolleranza né per sé né per gli altri, nessun rispetto ma tanta, tanta insicurezza sono una buona ricetta per una
Generazione Tofu
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