da Mafalda Fusilli | Mag 14, 2017 | Blog, Riflessioni
C’ è voluto il “Maggio dei libri” al liceo scientifico P.S. Mancini a farmi ricordare delle mie Cime .
Luglio 1990 Calabria e per la precisione Guardia Piemontese, vacanze al mare, Bruno , il nonno Trento, Gorby e i miei tormenti di quindicenne.
Un libro verde rilegato con la scritta dorata, la mia amica delle vacanze Maria che veniva da Rose, la mamma venezuelana e il papà calabrese, una raccolta di Repubblica, quando internet era quello War Games e lo smart phone era il telefono di Gordon Gekko di Wall Street.
Non avevo idea delle sorelle Bronte, nè dei grandi classici, non mi ero affacciata ai libri seri, anche se mi credevo una tipa “serissima”, ricordo che ero incazzata col mondo intero, costretta a stare lontana dagli amici, dalle uscite, dal mio motorino, e dal ragazzo del tempo; che drammi.
A scuola era andata da schifo, mi ero messa in un serio casino, i miei quindici anni non mi facevano capire che alcuni di quei pasticci me li sarei pianti a vita;
ero solo incavolata, burbera e acida, in sostanza ero un’adolescente.
Il libro me lo diede Lei, che non lo aveva neanche letto, ma per atteggiarsi a tipa più grande mi disse che, se fosse stato come Dr. Jeckyl and Mr Hyde sarebbe stato bellissimo.
Facevano parte della stessa raccolta,
uno era di colore bordeaux e l’altro verde bottiglia.
La traduzione era stata fatta per intero anche dei nomi dei protagonisti, c’era un segnalibro dorato fatto di cordicella, mi ricordava tanto quello che muoveva il prete, sull’altare, nel libro dei sermoni, a seconda della lettura.
Fui subito attirata forse perché era facile strumento di evasione dalla famiglia, dalla realtà.
Non capivo niente dello spessore del personaggio, del punto di vista, del media res, della storia nella storia.
Ricordo l’empatia con cui lessi la storia, mi sentivo molto protagonista di una vita complicata, di un luogo ameno e burrascoso il mio Wuthering Heights , ero proprio nella brughiera dell Yorkshire, solo che si trovava nel sud del Tirreno, dove c’erano quaranta gradi all’ombra, e ancora più strano è che io mi sentivo molto più Heathcliff che Catherine.
Dunque Cime Tempestose, le mie Cime, una storia d’amore, di amicizia, di sofferenza, di appuntamenti con la vita puntualmente disattesi, di personaggi sinceri nel loro essere sbagliati.
La storia d’amore di tutte le storie, per me;
sarà per questo che le storie più sono complesse e ostacolate e più mi piacciono, e come se quel pathos delle mie Cime mi avesse drogata a vita.
Quelle anime sospese, immortali nella sofferenza, a volte penso che se avessi letto un libro più semplice avrei avuto un’altra vita.
Sono trascorsi semplicemente 27 anni, sono nella mia vecchia scuola, al Mancini, nella categoria ex alunni, per leggere il libro che “Ti ha cambiato la vita”, il libro, sempre quello, più vecchio anche lui, con le pagine ingiallite e il cordoncinno sfilacciato, ma l’emozione sempre la stessa; dinnanzi ad un pugno di adolescenti e a qualche insegnante non ho potuto fare a meno di leggere la descrizione più assurda e più vera di cosa sia l’amore:
<Ma non è nulla, volevo solamente dire che il cielo non mi sembrava casa mia; e piansi disperatamente per tornare sulla terra ; e gli angeli furono così adirati che mi gettarono in mezzo alla landa in vetta alle Cime Tempestose; e là mi svegliai singhiozzando di gioia: questo sogno servirà a spiegarti il mio segreto, come quell’altro. Non ho più scopo a sposare Edgar Linton più di quel che abbia a stare in cielo; e se quel malvagio uomo che è di là non avesse gettato Heactchcliff così in basso, non ci avrei pensato. Ora mi avvilirei a sposare Heatchcliff; così egli non saprà mai come lo amo; e questo non perchè sia bello Nelly, ma perchè egli è più di me stessa. La sua anima e la mia sono una cosa sola; e Linton è diverso come può essere un raggio di luna da un lampo, o il ghiaccio dal fuoco.>……………………….
<Separati! Chi ci separerà, di grazia? Sarà fatica gettata al vento! Fino a che vivrò. Per nessuno che viva in questo mondo.. Tutti i Linton potranno scomparire dalla faccia della terra, prima che consenta a dimenticare Heathcliff>……………………………………….
<Gli altri motivi sono la soddisfazione dei miei capricci: e anche per amore di Edgar, per soddisfare lui. Questo è amore di chi racchiude nella sua persona i miei sentimenti per Edgar e per me stessa. Non so esprimerlo; ma certo tu e tutti avete l’idea che ci sia , o debba esserci un’esistenza dopo di questa. A che cosa servirebbe esistere, se io fossi tutta contenuta qui? I miei grandi dolori in questo mondo sono stati i dolori di Heathcliff, e li ho contemplati e provati tutti fin dall’inizio; il mio grande pensiero della vita è lui. Se tutto il resto crollasse, e lui restasse, io continuerei ad esistere; e se tutto il resto rimanesse, e lui fosse annullato, L’Universo diventerebbe un enorme estraneo. Non ne farei parte. Il mio amore per Linton è come foglie di bosco. Il tempo lo cambierà lo so bene, come l’inverno cambia gli alberi. Il mio amore per Heathcliff assomiglia alle rocce eterne là sotto: è una fonte di scarsa gioia visibile, ma è necessario. Nelly io sono Heathcliff . Lui è sempre sempre nei miei pensieri, non come un piacere, non più di quanto io sia un piacere per me stessa, ma come il mio stesso essere. Quindi non parlare più della nostra separazione è impossibile>
nb: sono passi tratti dal dialogo tra Nelly e Catherine
da Mafalda Fusilli | Set 4, 2016 | Blog, Riflessioni
Ebbene, sembrerebbe in dirittura d’arrivo anche questa stagione estiva.
Sulle riviste e magazines si fa già riferimento ai cambiamenti d’autunno. Dunque, come preservare la pelle stressata, come approcciare il rientro alla quotidianità, come scrollarsi di dosso gli effetti dei bagordi estivi, per ritrovare la carica.
Io preferisco l’autunno, anzi è da sempre la mia stagione preferita, per i colori, sapori, per il clima, mi sento più a mio agio; mi rende riflessiva e romantica.
E poi diciamocela tutta l’estate è stressante. Per noi donne ancora di più, e non voglio fare riferimento alle difficoltà quotidiane e ai veri problemi, voglio parlare di qualcosa che può sembrare davvero stupido, ma che in fondo è quella spina nel didietro ( come KiriKù) che non lascia in pace nessuna, anche quelle che dicono di non avere nessun problema e di accettarsi per quelle che sono….Che bufala.
A partire dalla primavera veniamo bombardate dalla carta stampata e non solo, su come bisogna tornare i forma Sulla Odiosa espressione “prova costume” su come fare se il tempo è poco a rimediare…..Nel mentre si fa riferimento all’autostima, forse perché è di moda o c’è davvero qualcuno che riflette: come nutrire l’autostima, quella pianta che dovrebbe essere seminata col corredo genetico e poi nutrita….E ancora, la vita delle donne si rappresenta con un grafico ad U, e la parte più bassa dovrebbe corrispondere a 42 anni…..Che ciorta, mi aspetta proprio un bel compleanno con questa consapevolezza. E ancora, bisogna essere se stessi ecc ecc, ma chi ci crede ancora;
basti pensare a Emy Schumer che ha basato tutto il suo repertorio comico e la sua carriera sull’autoironia derivante dal peso, ma guai a far riferimento a lei come una plus size.
Dunque, prendendo spunto proprio da Marie Clare di Luglio: sono grassa ma lo posso dire solo io. Metti le cosce in pace, fattene una ragione, resteranno grosse, respira….Sarai una dimagrita meglio di niente…hai fame E mangia… cerca di ingannare il metabolismo??Sharee dice piccoli pasti nell’arco della giornata, ma quanto piccoli. Il culo è grande? Va bene così non devi pensare a tutto tu lo ha detto pure Beyoncé. Aiutooooo!
Dunque tornando alla mia estate..Stesa sul lettino in una bellissima isola del Mediterraneo..giusto per restare nell’anonimato…..guardo le mie vicine di ombrellone calienti e veraci, che commentano le dottrine acquisite ad alta voce, facendosi i complimenti da un ombrellone all’altro sugli ultimi miglioramenti fisici, non di certo dovuti a madre natura, ma a qualche luminare della chirurgia plastica, perché non puoi pensare di lasciar fare alla forza di gravità devi reagire e spararti due seni alla Venusia quella di Mazinga Zeta. Discutono Su come schiarirsi la pelle macchiata dalla costante crema nivea con protezione -10, che continuano imperterrite a stendersi sul viso, o ancora come bisogna mettersi in posa per cercare di avere il migliore effetto selfie.
E io continuo a pensare che devo coltivare e innaffiare prima dei quarantadue perché altrimenti “caput”.
Ma come faccio proprio durante la bella stagione quando è l’intero cosmo che ce la mette tutta per ridimensionarti….Per quanto voglia far leva su tutto ciò che posso sapere sul piacersi, accettarsi, stimarsi e di certo non sono una novellina,su questioni di cellulite, cuscinetti, ritenzione, e culotte di Chevall (che ancora non ho capito di cosa si tratti); sui quaranta di oggi che non sono quelli di ieri, chi dice meglio, chi dice peggio; che non bisogna confondere il rilassamento cutaneo con qualcos’altro; che il sole fa bene perché aiuta a fissare le vitamine, ma solo quello buono e non quello cattivo; che non è dignitoso non saper accettare i propri difetti figuriamoci l’età….sono costretta a guardarmi intorno ancora gonfia di tutto ciò che ho appreso per sgonfiarmi in un nanosec perché il costume F**k sta meglio alla mia vicina che a me, mi sgonfio anzi mi buco come un palloncino e scoppio perché un tempo mi sentivo una pantera a Ischia e un Bufalo Americano a Formentera, oggi sono un ibrido tra una Scimmia urlatrice( colpa dei figli) e un marsupiale sempre in gestazione ovunque mi trovi. Ma voglio comunque dire che la mia autostima è alta perché secondo le riviste se ti circondi di bello ti sentirai più bella.
Allora consiglio di finire tutto sulle spiagge del Portogallo dove ci sono natiche che sfidano il cosmo e le sue leggi per tornare a casa e pensare dentro di me sono una di loro……
A parte gli scherzi e le battute, dico solo che vorrei un po’ di coerenza almeno nelle riviste e nelle pubblicità, perché sembra poco ma sono un tarlo al cervello anche per chi dice di non pensarci affatto.
A tal proposito vorrei citare un monologo tratto da uno dei miei film preferiti TUTTO SU MIA MADRE di P.Almodovar, lo declama Agrado dove parla di quanto ha speso per diventare donna:”Costa molto essere autentica, signora mia. E in questa cosa non si deve essere tirchi. Perché una è più autentica quanto più somiglia all’idea che ha sognato di se stessa.” Ecco chi ha capito tutto dell’ autostima…..
da Mafalda Fusilli | Mar 19, 2016 | Blog, Riflessioni
Ti ho cercato in casa ma non c’eri.
Mi sono spinta fin qui e ho sentito la radio.
Strana questa canzone, che significa l’era del cinghiale, ma poi il cinghiale non è bianco oppure si.
Fa molto caldo.
Perché stai sorridendo, ho cercato di capire se avevate litigato, ma credo di no, mamma non mi sembrava triste, mentre era in cucina.
Guarda questo albero si chiama oleandro, non fa tanta ombra, però ha un odore così bello lo sento solo in questo posto.
I fiori sono rosa mentre in quello vicino alla spiaggia sono bianchi.
Prima siamo andati al bar dell’hotel mentre tutti dormivano, ho comprato una coppetta di gelato bianco con un disegno al cioccolato nel centro.
Fortuna ha fatto cadere la sua e si è messa a piangere.
Mi piace andare in giro mentre tutti dormono dopo pranzo. Fa molto caldo ma non ci sono rumori, tutto sembra più lento e se guardi lontano lontano sembra che ci sia sempre l’acqua. E’ tutto più fermo, immobile.
Perché te ne stai solo , qui, in macchina papà?
Sei arrivato solo ieri sera.
Due settimane da solo senza di noi, cosa hai fatto?
Ho accompagnato la mamma a telefonarti dalla cabina, mentre preparavano la pizza gigante alla pizzeria degli americani.
Restano altre due settimane di vacanza e poi torniamo a casa.
No, non sono triste, sono contenta che torniamo tutti insieme.
Chissà se sembrerò più grande quando torno!
Questo strano cantante non l’ ho mai sentito.
Perché lo ascolti da solo papà?
Qui, sotto l’oleandro con lo sportello della macchina aperto.
Hai lavorato tanto?
Ci hai pensato?
La sera stavi sul letto a mangiare il panino, oppure restavi in cucina seduto vicino alla finestra del terrazzo.
Io sono felice che sei tornato.
Siamo andati dall’altro lato del fiume e Bruno ha lanciato le ciabatte nell’acqua all’improvviso.
L’acqua del fiume è molto fredda, lo attraversiamo dove è più bassa.
Dicono che ci sono i serpenti.
Hai mai attraversato un fiume?
Tu non hai paura dei serpenti?
Tu non hai mai paura papà!
Nonna, un giorno, è venuta con noi sulla spiaggia, ma non è andata dall’altra parte del fiume perché era troppo lontano.
Mamma e nonna hanno litigato e poi hanno litigato anche con gli zii, perché ha detto la nonna che ci hanno lasciate sole.
Ma tanto adesso ci sei tu papà, e noi non siamo più sole.
Sono sicura che l’ombrellone piantato meglio sarà il nostro, perché tu fai il fosso più grande.
Lo sai che ieri non abbiamo fatto il bagno perché il mare era agitato.
Le onde erano altissime.
Ogni onda che si ritirava, mi scavava un fosso sotto i piedi e la mia ombra era sempre più bassa.
Adesso mi sono ricordata, tu hai una paura papà…….Hai paura del mare,ma non ti devi preoccupare ti posso aiutare io a nuotare………..
Al mio papà che mi ha fatto trascorrere delle splendide vacanze, da piccola, e che ancora oggi ricordo e racconto.
Auguri Giuseppe.