ultimo freddo….. ultima zuppa

Questo tempo ci lascia sempre più straniti, un clima che non  fa riconoscere più le stagioni e bla bla bla.

Fai il cambio di stagione, dopo aver fatto una sauna davanti alla scuola di tuo figlio, e come per dimostrare il teorema della vita o la Legge di Murphy ecco che torna l’inverno.

Io di sicurezze ne ho poche, i miei chili di troppo, gli acciacchi dell’età, la pizza margherita con le acciughe, e la verza col cotechino che non mi delude mai.

Quindi per ricordarci che al freddo c’è sempre rimedio ecco la mia ricetta:

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Verza Cappuccio di Terratosta, rigorosamente biologica

Aglio

Olio e.v.o fruttato delicato

3|4 cotechini piccanti del macellaio di fiducia di Salza Irpina

Procedimento:

Mettere in una pentola antiaderente i cotechini e l’aglio…….

Nel mentre sciacquare e tagliare la verza a cubi non troppo piccoli

Se sono disponibili peperoncini cruschi  meglio detti della “perteca”si sposano alla grande e possono essere rosolati insieme all’aglio.

Dopo aver rosolato il cotechino aggiungere la verza, girare, farla appassire e poi aggiungere un po’ di acqua.

Controllare di tanto in tanto, e per quanto riguarda il sale bisogna valutare la sapidità del cotechino.

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A piacere può essere aggiunto del parmigiano o del pecorino non salato……….

Buon Appetito.

Pasticcio………svuota frigo.

Avrei dovuto fare la spesa per poter fare la mia ottima pasta e piselli…..ma la pioggia e l’otite di Edo hanno impedito l’esecuzione di uno dei miei piatti migliori di primavera.

Non bisogna mai darsi per vinti, il frigo ha mille potenzialità soprattutto quando lo devi svuotare in vista delle future vacanze…….

Dunque ideoooonaaa… un bel timballo di spaghetti svuota frigo e riempi pancia…….

IMG_3015Da notare il mio tempismo per qualsiasi forma di dieta pre Pasqua……..ma queste sono altri problemi.

dunque parliamo della ricetta..

500 gr di spaghetti possibilmente doppi…..chitarra….vermicelli……

8 uova fresche….. ovviamente dell’oasi naturale

piselli freschissimi…….primizie che costano quanto l’oroIMG_3016

parmigiano

salsiccia piccante calabra

ricotta secca di Montella

scamorzone di Bagnoli

un pizzico di pepe

una noce di burro

olio evo siciliano.

Cuocere i piselli con un goccio di Fiano di Avellino e far rosolare.

Intanto cuocere gli spaghetti, se si mischiano diverse tipologie per svuotare la dispensa occhio alla cottura, io li tolgo sempre molto al dente, perché subiranno una seconda cottura.

Sbattere le uova con vigore aggiungere un pizzico di pepe e parmigiano.

Una volta scolati gli spaghetti aggiungere il burro per non fare una colla, aggiungere i piselli e tutti gli altri ingredienti un po’ alla volta.

Una volta che si è amalgamato il tutto aggiungere il battuto di uova e continuare ad amalgamare.

Nel mentre mettere olio evo in una padella antiaderente, io scelgo quelle in pietra sono ottime.

Versare il contenuto nella padella e coprire,  cuocere a fuoco lentissimo, controllando la cottura, quando lo si ritiene opportuno con l’aiuto del coperchio girare il timballo mettendo un piatto sotto per recuperare i liquidi che potrebbero sfuggire.IMG_3017

Continuare la cottura sempre con molta attenzione.

Occhio……..non va servito molto caldo altrimenti si sfalda…….

Buon appetitoooooo.

Dolcetti……per la dolce Alice

IMG_2937Cup Cake all’arancia

mettere in una terrina lo zucchero semolato buccia d’arancia frullata, il burro a pezzetti temperatura ambiente e creare un composto omogeneo;

In un’altra terrina miscelare le uova con la panna e poi aggiungere la farina e il levito setacciati.

Dopo aver unito i due composti lavorarli con moderazione.IMG_2891

Preparare gli stampini con gli appositi pirottini (ce ne sono di diverse misure, in queste foto io ho usato quelli medio-piccoli) e versare il composto per ogni stampo raggiungendo i due terzi, ma anche di meno, dello stampo.IMG_2893

Mettere in forno ventilato, pre-riscaldato per 12/15 minuti a 180°.

Devono crescere e dorarsi, controllare con uno stuzzichino la cottura, nel senso che una volta immerso nel dolcetto lo stuzzichino deve uscirne asciutto.

FROSTING AL CIOCCOLATO

Sciogliere il cioccolato a bagnomaria,aggiungere il formaggio spalamabile, nel mentre montare a neve la panna, e dopo aggiungervi lo zucchero a velo .

Unire tutto il composto, e lasciarlo raffreddare in frigo per un’oretta.

Preparare la sacca o la siringa per le decorazioni……e decorare.

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Riso indiano della mia amica Tilla.

Riso indiano della mia amica Tilla.

In realtà la ricetta si chiama Riso Manjula, ma per me resta il riso indiano di Domitilla, o ancora meglio il risotto della Sora Tilla come dice il buon Sergio A.

Ho mangiato molti piatti di origine asiatica e devo dire che li apprezzo molto, allo stesso tempo devo ammettere che non sono molto semplici da preparare , o almeno non tutti.

La scorsa vigilia del nuovo anno abbiamo festeggiato a casa mia, tra amici; ognuno serviva un piatto come antipasto, io democraticamente ho imposto a Domitilla di preparare il suo riso indiano, perché lo adoro.

E proprio perché lo adoro, e tra l’altro non lo ritengo difficile da preparare, lo ripropongo nel mio diario.

300/400 grammi di riso basmati*

3 carote

2 zucchine

1 porro

1/2 cipolla

3 uova

uva sultanina (idratata)

una manciata di mandorle ( mettine quante ne desideri)

pinoli tostati

salsa di soia

Procedimento:

In una casseruola grande metti a soffriggere  una noce di burro e un cucchiaio di olio, con la cipolla  per farla appassire, poi aggiungere porro carote zucchine. Le verdure devono essere tagliate alla julienne.

Le uova vengono cotte a parte e poi mischiate al resto.

*il riso basmati deve essere al dente, ci sono diverse tipologie di cottura

io lo cuocio in questo modo:

lo lavo rigorosamente e poi lo misuro in tazze

lo metto a bagno in acqua fredda per 20 minuti

lo scolo, e poi lo metto in una pentola aggiungendo acqua in tazze pari a quelle del riso

arrivato ad ebollizione abbasso la fiamma al minimo e lo lascio per 10 minuti per poi scolarlo definitivamente.

Il riso può essere salato e non, dipende dai gusti

io aggiungo un po di sale prima dell’ebollizione.

Alla fine mischio tutti gli ingredienti e aggiungo salsa di soia a piacere e curry (io ne metto tanto…….poi fate voi)

 

Le Coccetelle. La pasta di Monteforte.

Le Coccetelle. La pasta di Monteforte.

Secondo una ricerca pubblicata in questi ultimi tempi il lavoro di una mamma- casalinga dovrebbe avere una retribuzione pari a settemila euro al mese.

Mi sono chiesta quanto vengano valutate le prestazioni extra come segretaria di produzione, gps domestico, sostegno psicologico del marito,guardia del corpo, nutrizionista, e quanto altro.

Ma non voglio farla lunga, questa e la vita che ho scelto e quindi pedalo questa bicicletta…

E pedalando pedalando ho deciso di imparare a fare la pasta fatta fatta a mano;perché come diceva mia nonna “chi si ferma è perduto” o anche “impara l’arte e mettila a parte” (nonna ne aveva per tutti), da qualche settimana seguo un corso di pasta fatta a mano presso il ristorante Mimi’ a Monteforte Irpino.

Devo fare una premessa, io sono una che in cucina se la cava! quindi non sono a digiuno di impasti e affini, ma già dai primi minuti del corso ho capito che si trattava di una cosa serissima.

Lo sapevate che le coccetelle non sono orecchiette e non sono neanche sciuscelle avellinesi ? Io no!

Parlando di questo appuntamento con un’amica ho pure sbagliato il nome della pasta dicendole che stavo per imparare a fare le coccinelle…

La semola dell’impasto non deve essere rimacinata ma grezza e non si compra al supermercato, l’ho imparato mio malgrado quando il primo impasto come compito a casa è uscito un ibrido tra das e plastichina.

Ci vuole un coltello di tipo antico senza zigrinatura, e io per fortuna ho un servizio di posate della nonna di Fabio.
Se impasti con acqua bollente le rendi più veloci per la cottura però rischi un’ustione di primo grado, se le fai con acqua tiepida devi ricordare che cuociono di più.
Non puoi arrotolare lo gnocchetto perché altrimenti sembra un’orecchietta, infatti io alla ennesima reprimenda da parte dell’istruttrice ho giustificato, una migrazione del formato dalla Puglia alla Campania.
Non si schiacciano, non si allungano e non si chiudono, perché sono coccetelle mica sciuscelle!
Al decimo richiamo di questo tipo ho deciso di chiedere con fare ingenuo, che mi si addice tanto, quali fossero le sciuscelle, e dopo un lampo di genio ho esclamato di aver capito che si tratta dello gnocco allungato, non vi dico la faccia dell’istruttrice, della serie ma questa da dove viene????

Ci sono volute due lezioni per capire il giusto impasto, e tre ore per mettere a punto la giusta forma.

In un’ora e mezza sono riuscita a fare 10 coccetelle (di forma perfetta) anche perché a ogni ronda degli istruttori quelle brutte vengono sequestrate e buttate; non vi dico il piagnucolio continuo di mia cognata, accanto a me, ogni volta che le tolgono le sue dal vassoio.

Nel frattempo ho appreso che la semola è stata portata in Irpinia dagli Angioini, che questa tradizione montefortese nacque nella zona Campi dove Le Tabaccare della Vetriera, zia Menea, zia Lisetta e scì scì e Ninella ,vendevano la pasta ai napoletani che passavano per andare a far visita alla Mamma Schiavona a Montevergine.

Mentre nel centro del paese Marazella, Nannina e Piciaglia, Luciella e Marrocca e Vecenza e Morcone fornivano gli avventori con coccetelle, fusilli, paccheri e schiaffoncelle.

Inoltre ho saputo che il corso, organizzato dalla pro loco di Monteforte Irpino “Mons Fortis”, è presente sul territorio da diversi anni ed è finalizzato alla riscoperta dei piatti tipici della tradizione, si concluderà con la sagra che si terrà in paese il 17 e 18 Luglio , Coccetelle and friends.

Le più brave del corso saranno onorate e parteciperanno alla preparazione di tutte le coccetelle che ci vorranno per la sagra, io credo che sarò pronta per il 2027!

Anche se il mio piccolo vassoio fatto mercoledì scorso ha riscosso molto successo finanche mio padre, esigentissimo in fatto di pasta, ha detto che erano gradevoli.

Quindi come diceva mia nonna “chi tene a lengua va in sardegna“,non so se ci azzecca molto ma lo scrivo lo stesso perché mi piace, ci vediamo la prossima volta e vediamo se ci sono andata!!!

Ricetta delle Coccetelle

1 kg.di semola non rimacinata
sale quanto basta
500 ml acqua bollente
impastare e mettere a riposo per 2 ore in un canovaccio

dividere il panetto dopo un breve rimpasto e procedere con la forma delle coccetelle

Ricetta sugo fresco

pomodorini di collina
aglio e olio evo
sale quanto basta
basilico

Gita a Perugia con Legumi

Gita a Perugia con Legumi

Durante il ponte dell’Immacolata siamo stati in Umbria…. luogo molto familiare……per noi.

Quando siamo tornati ho chiesto a Raffaele la classica domanda di tutte le mamme, e cioè cosa desiderava come cena e la sua risposta mi ha fatto molto ridere perché  ha detto, di volere tutto tranne, legumi e prosciutto crudo, avendone mangiato un quintale di quello di Norcia durante il nostro week end.

Allora ho pensato di fargli un’insalata di farro che ho mangiato sempre a Perugia al “Mangiar Bene” (ahahahahhahahaha…. sono troppo buona).

Farro grezzo possibilmente biologico 500gr.

Pomodori secchi

capperi ….io uso quelli di Salina dello Zio Amedeo.

Olive verdi snocciolate e tagliate a rondelle precise.

Olio evo fruttato intenso.

Sale

rucola selvatica

Ps:come dice la voce di Candy Crush Delicioussssssss.